Context is the king

Dopo la presentazione di Samsung dei nuovi S7 sta girando in modo virale l’immagine del seguente post, con un Mark Zuckerberg che cammina tronfio davanti a una massa di giornalisti avulsi dalla realtà, come se 1984 fosse infine diventato realtà.

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Ma è  veramente così?

The point wasn’t to remove the crowd from the very immediate reality of what was in front of them, it was a ruse that was designed to not only get people to try the technology but also to avert their eyes for a few moments to allow Zuckerberg to make an entrance that felt magical. The value wasn’t in locking people away, but creating a moment where the sudden, physical presence of one of the most powerful people in tech made an impression. The virtual was the trick, the reality was the important thing.

Come sempre il punto è il contesto e come sempre qualsiasi cosa può essere manipolata se non vengono fornite tutte le informazioni.
E in questo caso specifico il contesto è quell’immensa operazione di comunicazione organizzata da Samsung e studiata in ogni singolo dettaglio:

What it shows is that Zuckerberg knows both the power of the virtual — everyone in the audience was willing to try the new shiny toy — and the importance of the real. The point wasn’t that people weren’t virtually there in the moment this picture was taken, but that he was physically present in the presentation after that moment.

Alla fine si è trattato “solo” di un trucco di scena che ha concentrato l’attenzione dei presenti su altro (la demo tecnica del VR set di Samsung) per poi stupirli con il seguito della presentazione (apparizione di Zuckerberg sul palco, per parlare anche di Oculus, ora di Facebook, la cui tecnologia è alla base dei caschetti di realtà virtuale di Samsung).

Quindi: l’immagine è ancora così terrificante e distopica?

Via Polygon


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