La versione 1.8 del formato font OpenType introduce una grande novità, che va a intaccare praticamente tutti gli aspetti del formato: semplificando al massimo, un unico file potrà contenere tutti gli stili e le variabili possibili di un font.
La cosa porta molti vantaggi: un unico file, di dimensioni più ridotte, che contiene l’intera famiglia tipografica vuol dire meno problemi di archiviazione (e di banda nel caso dei web font). Inoltre, il sistema di gestione delle variabili (nel formato sono state approvate weight , width , optical size, italic e slant) permetterà una maggiore uniformità nella denominazione degli stili rispetto alla confusione che ritroviamo oggi.
Per i font designer il formato offrirà molta flessibilità, permettendo di gestire le diverse variabili (che vengono considerati come fossero degli assi su una matrice) in modo manuale, con disegni specifici, o attraverso un’interpolazione automatica o con una tecnica mista che permette di intervenire in modo puntuale solo su porzioni specifiche del glifo.
Il retro della medaglia – ovviamente – è che il formato non ha praticamente retrocompatibilità con i formati esistenti e sarà necessario attendere che la specifica venga integrata a livello di sistema operativo, di browser, di applicazioni: sarà un processo lungo, ma il fatto che la specifica è stata sviluppata in congiunzione tra Microsoft, Google, Apple, Adobe non fa che ben sperare.
Per approfondire, su Medium c’è l’articolo di presentazione della specifica in inglese, firmato da John Hudson.
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