Concerto Woodkid @ Teatro Parenti

Credo sia la prima volta che mi capita di scrivere in un concerto. Ma quello di Woodkid visto ieri sera al Teatro Parenti a Milano per l’elita Design Week Festival, non può passare non raccontato.

Perché, giusto per dare subito un’idea, è stato un concerto da brividi e che ha mantenuto tutte le aspettative (piuttosto alte, peraltro) che mi ero fatto durante i mesi di attesa, sia dell’album, sia dell’arrivo del Tour dell’artista francese in Italia.

E #woodkid comincia con #thegoldenage

Dopo una lunga attesa, improvvisamente ottoni e i violini anticipano l’arrivo sul palco di Woodkid che si aggiunge agli 8 musicisti già presenti, per dare poi inizio al concerto con “The Golden Age”. Man mano che la canzone va in crescendo, si aggiungono alla scenografia assolutamente minimal – se non inesistente – giochi di luci e retroproiezioni.

Ma questo in realtà semplice semplice setup scenico riesce a sottolineare al meglio ogni passaggio musicale, che sia una parte piuttosto tranquilla, o improvvisi stacchi d’energia, come se le luci con l’intensità e le geometrie disegnate dai fasci dei proiettori e i video in sfondo su unissero alla sinfonia suonata live.

woodkid

Un live perfetto, di qualità pari alla versione studio delle stesse canzoni presenti nell’album, con la voce di Yoanne perfetta, che non sbaglia una nota (tranne dimenticarsi le parole nella prima parte del concerto 🙂 ).

'cause #iloveyou #woodkid

E poi si continua con le canzoni più tranquille dell’album fino ad arrivare ad I Love You, ultimo singolo, che fa esplodere la platea.

E di canzone in canzone si arriva alla pura energia di The Conquest of Space, al “questa forse la conoscete” Iron, che riesce ancora di più a far scatenare tutti, con la sua energia, la sua epicità, i suoi cambi tra strofa/ritornello accentuati da esplosioni luminose e cambi drastici di video/effetti di luce e un Woodkid che passa dallo stare immobile al correre a destra e sinistra del palco, incitare il pubblico, sottolineare i colpi di cassa. E il saltare sul pavimento della platea, che ondeggiava a ritmo (aiuto, si spaccherà mica?).

E poi la fine, ma prima la richiesta a gran voce per Run Boy Run, unico singolo assente. E Run Boy Run fu, in una versione molto più lunga, da brivido.

Qualcuno ha detto Run Boy Run? #woodkid

Brivido per la bravura di Woodkid, per la sua voce, per come si muoveva sul palco, per i bravissimi musicisti che l’hanno accompagnato.

Sensazioni stranissime a vedere le luci che si muovevano, disegnando poligoni geometrici nell’aria, vedendo invece sul palco, alcuni musici fermi e immobili come statue che guardavano avanti, visto che in quel momento non stavano suonando, con magari Woodkid che si muoveva come un forsennato sul palco o delle retroproiezioni da brivido.

Non una sbavatura nella voce, nella musica, nel sync video/luci.

Bravi, bis, bravi, a quando il prossimo concerto?


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